Molti bambini, inoltre, hanno occasione di frequentare corsi e lezioni extrascolastici che garantiscono loro molte più opportunità di allenamento, spesso con docenti madrelingua, rispetto a chi non fa alcun tipo di attività: i risultati ovviamente si vedono. Sarebbe tuttavia poco corretto, da parte nostra, valutare l’esito scolastico di una scelta soggettiva dello studente, che prescinde dalla qualità delle nostre lezioni e – fattore non poco importante – spesso è legata anche alle condizioni economiche della famiglia: i programmi extracurriculari, in genere a pagamento, semplicemente non sono alla portata di tutti.
Come gestire, quindi, la valutazione in modo obiettivo? Al pari di altre abilità difficili da giudicare in sé, può essere consigliabile enfatizzare il cosiddetto «delta», ovvero premiare al massimo l’impegno e il miglioramento di ogni alunno, monitorando il progresso della sua performance durante i mesi scolastici. Questo ci consente di effettuare davvero un giudizio mirato e individuale, affrancato dal confronto tra studenti.

INDICATORI DI VALUTAZIONE DELLO SPEAKING
Parlare, come sappiamo, è un’attività complessa che include numerosi fattori:
- il vocabolario: senza un lessico ci è impossibile parlare. Le parole sono immagazzinate nella memoria tramite studio attivo e consapevole, e si distinguono tra content words (sostantivi, aggettivi, verbi) e functional words, ovvero termini di servizio come preposizioni e congiunzioni (che è più difficile memorizzare attivamente con lo studio, o che comunque vengono acquisiti tramite ascolto ed esercizio, introiettando il loro ruolo all’interno della frase);
- la pronuncia: la capacità di imitare la pronuncia corretta e sviluppare una buona consapevolezza metafonologica – e quindi anche la prontezza nel percepire, adattare, correggere la propria pronuncia – è molto importante, e va insegnata e valutata premiando nello specifico l’impegno nella riproduzione dei suoni e la cadenza musicale della frase;
- grammatica e sintassi: un conto è conoscere una regola grammaticale e saperla enunciare, ma ben altra cosa è riuscire ad applicarla, ovvero formare una frase grammaticalmente corretta. L’abilità nello speaking per sua natura richiede il «saper fare», e quindi a essere giudicata è la capacità di formare frasi corrette, e non quella di recitare una regola. Di conseguenza, questa abilità viene maturata in modo assai più efficace attraverso l’ascolto e l’esercizio che con un approccio basato unicamente sullo studio;
- elementi comunicativi e paratestuali: lo speaking è per antonomasia l’atto della comunicazione interpersonale, quindi non può prescindere da una serie di criteri e atti comunicativi che vanno ben oltre il semplice atto fonatorio. Espressività, mimica, capacità di usare i tempi e fare riferimento al contesto sono tutti elementi indispensabili per esprimersi oralmente, per capire e farsi capire, e in quanto tali vanno incentivati, valutati e premiati durante il processo didattico.

La modulazione della tabella, naturalmente, è prerogativa del docente sulla base del lavoro fatto in classe, ma verranno forniti modelli scaricabili e potenzialmente utilizzabili sin dall’inizio dell’imminente anno scolastico. La cosa importante è che la chart venga presentata agli alunni e adeguatamente spiegata, al fine di non essere intesa come arbitraria (ogni valutazione dovrebbe sempre essere percepita come sintesi di elementi riconoscibili). Ciò significa che i singoli indicatori devono essere sperimentati in classe dai bambini, nell’ambito di attività non finalizzate alla mera valutazione, ma pienamente comunicative e didattiche. Solo comprendendo appieno ciò che viene richiesto, e i relativi criteri di giudizio, potremo motivare e aiutare gli alunni a impegnarsi consapevolmente per raggiungerli.
LA TABELLA VALUTATIVA: ALCUNI ESEMPI
Principianti assoluti
Le colonne T si riferiscono alle occasioni in cui la performance viene valutata. Per comprendere la loro evoluzione, le competenze vengono valutate periodicamente, giungendo a una sintesi finale che deriva da una media delle valutazioni espresse nei diversi T. Il nostro suggerimento è di premiare, qualora venisse riscontrato, il trend positivo dell’alunno.

Scarica qui la tabella di valutazione per il livello Principiante
Livello pre-A1
Questa lista, inoltre, presenta già degli indicatori di tipo grammaticale, cioè una valutazione della capacità di formare frasi minime corrette rispettando la posizione delle parole (per esempio nella collocazione dell’aggettivo prima del nome), o della corretta applicazione di alcune regole studiate (per esempio nella scelta dell’articolo, nell’utilizzo del verbo in relazione al soggetto, e così via).

Scarica qui la tabella di valutazione per il livello Pre-A1
Livello A1
Oltre alla valutazione della correttezza grammaticale, qui viene valutata anche l’analisi contrastiva, ovvero la capacità di prendere decisioni legate al contesto situazionale e comunicativo (per esempio nella scelta dei tempi verbali, sapendo discriminare tra present simple e present continuous a seconda del reale significato dell’azione, oppure nella scelta di forme di cortesia adeguate al contesto comunicativo).

Scarica qui la tabella di valutazione per il Livello A1
VALUTAZIONE DI DSA E BES
- la difficoltà a ricordare le parole (o disnomia);
- la difficoltà a discriminare e riprodurre suoni specifici, se non sufficientemente esercitati;
- la difficoltà a riprodurre istintivamente le dinamiche sociali e rispettare i tempi di conversazione.
Sono ostacoli ben specifici che hanno ovviamente un impatto su qualsiasi tabella di valutazione come le nostre, costruite su standard generici e non predisposte a tener conto di ulteriori fattori. Possiamo tuttavia compensare con alcune accortezze:
- una spiegazione dettagliata e una proposta di esercizio strutturato che precedano le performance oggetto di valutazione;
- la possibilità di ridurre il campo delle variabili, presentando in anticipo la tipologia di prova prevista e restringendo il campo lessicale;
- una valutazione olistica, che valorizzi i punti di forza e la progressione;
- la valorizzazione delle strategie compensative: per esempio, quando un bambino dimentica una parola ma forma una frase corretta inventando un termine al posto di quello dimenticato, mantenendo così il ritmo della conversazione (questa capacità d’improvvisazione va sempre valutata positivamente, pur correggendo l’errore).
