In questo articolo presenteremo vari giochi ed espedienti didattici per insegnare ai bambini di 5-6 anni il lessico inglese legato ai numeri.
Molto spesso i bambini imparano a contare in inglese (almeno fino a 10) ben prima di questa età. A chi non è capitato di imbattersi in un piccolo che snocciola in un sol colpo la stringa one-two-three-four-five-six-seven-eight-nine-ten?
Il focus di questo intervento non vuole però essere il semplice insegnamento del lessico legato ai numeri come sequenza verbale: gli esercizi e i giochi proposti di seguito hanno per scopo il lavoro in inglese sul concetto di quantità.
Recenti studi, sintetizzati da alcuni interventi tenuti dalla professoressa Daniela Lucangeli, dimostrano che i bambini più piccoli possiedono meccanismi innati che permettono loro di distinguere le quantità non sotto forma di numero, ma nel loro significato «primigenio» di numerosità. In fin dei conti, la cifra numerica con cui distinguiamo graficamente una quantità da un’altra non è altro che un simbolo concordato dai parlanti.
Non solo: i bambini (come tanti animali che parimenti possiedono questa facoltà) sono attratti dalle quantità, incuriositi dalla differenza tra «uno», «tanti» e «pochi». Questo innato interesse probabilmente origina da una necessità atavica che condividiamo proprio con gli animali: quella di distinguere poche unità di cibo da tante, o di fuggire i luoghi dove si trovano tante unità di predatori.
Di conseguenza, nella didattica possiamo attirare l’attenzione dei bambini sull’inglese (e quindi sui nomi con cui la lingua inglese identifica le quantità) sfruttando il loro naturale interesse verso la componente quantitativa del numero, e lavorare quindi non solo sul significante (cioè la forma fonetica della parola) ma proprio sull’associazione tra il significato (la quantità) e il mondo reale.
Ecco di seguito alcune proposte didattiche.
A LOT / A FEW
Prima ancora di parlare di numeri, dunque, bisogna parlare di percezione di quantità. L’esecuzione dell’attività assumerà forme diverse a seconda delle nostre preferenze in quanto a metodologie didattiche (c’è chi propende per i realia e chi predilige l’uso di flashcard o cartelloni), ma la preparazione partirà da un presupposto univoco: creare dei sistemi contenenti molte unità e altri con poche unità.

Se abbiamo a disposizione una LIM potremo per esempio approntare delle slide con uno, pochi e molti pallini colorati. Oppure, se la classe è poco numerosa (come nel contesto del playgroup), possiamo semplicemente raccogliere un certo numero di sassolini all’interno di una scatola di cartone.
Presentando ai bambini una situazione di densità (molti pallini su una slide oppure molti sassolini nella scatola) la comprensione del concetto legato a a lot sarà istintiva. Possiamo enfatizzare la presentazione del lessico allargando le braccia, o con una mimica facciale che richiami il concetto di abbondanza (voce squillante, occhi bene aperti, guance gonfie).
Illustriamo poi la situazione inversa (pochi pallini sulla slide bianca, pochi sassolini nella scatola) esclamando a few (con una drammatizzazione «astringente»: voce flebile, spalle contratte, occhi socchiusi).
Ricordiamo di mostrare sempre vari esempi per imprimere il concetto, e incoraggiamo i bambini a ripetere con noi le espressioni e a indovinare loro stessi se la situazione proposta è identificabile dicendo a lot oppure a few. Quando saremo certi che i bambini abbiano assimilato la relazione tra i due concetti, potremo rendere l’esercizio più complesso chiedendo una loro opinione (un sistema con 4 sassi contiene a lot of rocks oppure a few rocks?).
INTRODUCING NUMBERS
Una volta che questi concetti sono stati acquisiti, si può cominciare a lavorare sui numeri veri e propri. Come dicevamo prima, per una buona riuscita è importante lavorare dapprima sulle quantità, e introdurre la cifra (il simbolo numerico) solo in un secondo momento.
L’attività ha inizio in modo tradizionale: mostriamo situazioni comprendenti un unico elemento (un sassolino, una biglia, un animale) esprimendo il termine corrispondente, one.
Continuiamo in successione fino al numero tre, se i bambini sono molto piccoli, oppure procedendo oltre in sequenza. Per far capire ai bambini che non stiamo nominando l’elemento visibile, ma descrivendone la quantità, presentiamo più esempi per ciascuna categoria.

Una volta che i bambini avranno compreso e memorizzato le parole per indicare i numeri, dividiamoli a coppie e proviamo a farli lavorare in autonomia: un bambino creerà il sistema, per esempio inserendo un certo numero di elementi in una scatola, mentre l’altro dovrà correttamente descriverlo.
Facciamo attenzione a sensibilizzare i bambini rispetto alla sequenza, e non concentrarvi solo sulla numerosità. Accertiamoci che capiscano la progressione della quantità e attribuiscano a ciascuna l’aggettivo giusto.
JUMPING NUMBERS
Un altro espediente efficace per introdurre i numeri è quello di utilizzare un gioco di movimento. Questa attività di TPR (total physical response) ha due vantaggi:
- è divertente e motivante, strutturata in modo da incentivare la memorizzazione;
- introduce un concetto che i bambini ritroveranno alla scuola primaria, ovvero la retta dei numeri.
La preparazione è davvero molto semplice: basta del nastro adesivo di carta, che incolleremo al pavimento formando una retta suddivisa in cinque segmenti (è sufficiente un pezzo di scotch perpendicolare).
Ecco la nostra retta dei numeri! Come si gioca?
Prepariamo delle carte con numeri compresi tra 1 e 5. Se non abbiamo ancora introdotto le cifre, basterà una raffigurazione grafica (per esempio un numero crescente di fiori). A ogni turno di gioco mostriamo una carta, pronunciando il nome inglese del numero raffigurato. Chiediamo al bambino di ascoltare e ripetere dopo di noi la parola. A questo punto, l’alunno dovrà avanzare sulla retta, tracciata a terra, di tante tacche quante indicate sulla carta.
Se, per esempio, mostriamo la carta five, il bambino dovrà avanzare di 5 segmenti sulla retta.
Quando il meccanismo sarà compreso, chiediamo a uno dei bambini di estrarre la carta e comunicare il numero a un compagno che si muoverà sulla retta. Organizziamo più turni di gioco per coinvolgere tutti.

MEMORY DEI NUMERI
Questo gioco è un grande classico, la cui versatilità risponde perfettamente alle nostre esigenze didattiche. Confezionare il proprio memory è molto semplice: bastano dei fogli di cartoncino e delle matite colorate. Se ne abbiamo modo, possiamo plastificare le carte da gioco per rendere il materiale più durevole.
Ecco una prima modalità di gioco: prepariamo coppie di carte identiche su cui disegneremo le varie quantità. Il sistema più immediato è raffigurare delle palline di uno stesso colore su fondo bianco. I bambini, dopo aver rivolto tutte le carte verso il banco, dovranno sollevarne casualmente due sperando di scovare raffigurata la stessa quantità. Chiediamo loro di verbalizzare ciò che vedono: potranno ricevere il punteggio per la coppia di carte solo esprimendosi correttamente in inglese.

Una volta consolidato questo concetto potremo giocare a una seconda versione del memory, introducendo i numeri: prepariamo un set di carte con coppie formate da una carta raffigurante la quantità e un’altra con su scritta la relativa cifra. I bambini assoceranno quindi quantità e scrittura alla parola inglese.
Spieghiamo loro che esiste un simbolo magico per «dire uno», un altro per «dire due» e cosi via. In effetti, esattamente di questo si tratta… di un segno che accende nella nostra mente un significato, e un suono… in questo caso, in inglese!
RHYTHM & NUMBERS
Per concludere, proviamo a utilizzare un esercizio ritmico. Il ritmo, infatti, è un ottimo strumento per stimolare la corretta pronuncia dei suoni. Rallentando il ritmo spingeremo i bambini a distinguere i singoli fonemi, mentre accelerando li costringeremo a fonderli insieme come nel parlato abituale. Questo aiuta molto la pronuncia, perché si possono così esercitare ripetutamente i movimenti articolatori in maniera inclusiva: la fase di rallentamento aiuta i bambini in difficoltà a segmentare e processare bene le informazioni.
Ecco la proposta didattica di Teacher Melissa, collaboratrice di Open Minds, che grazie alla sua esperienza come musicista ha ideato una serie di esercizi ritmici e musicali per insegnare ai bambini la corretta pronuncia dei suoni in inglese. Buona visione!
Nonostante la loro semplicità questi spunti didattici, che possono essere utilizzati già dalla Scuola dell’Infanzia, partono dal presupposto che l’apprendimento della lingua non è semplice acquisizione di una stringa di suoni, ma associazione tra significante e significato.