Consigli per una buona didattica ludica della lingua inglese (e non solo)
DOs AND DON’Ts DEL GIOCO IN CLASSE

DOs AND DON’Ts DEL GIOCO IN CLASSE
Come impostare un gioco in classe?
Il gioco in sé può essere un’eccellente strategia per mantenere alta la motivazione dei bambini, includere i soggetti più problematici e creare una buona atmosfera in classe. Tuttavia, la gestione della didattica ludica non può prescindere da alcuni accorgimenti, che proviamo a fornire qui di seguito in modo sintetico.
«Per esempio…»
Nella fase di illustrazione dell’attività abbondiamo con gli esempi, così da far capire meglio i meccanismi agli alunni e rendere il gioco più divertente e fluido. Soprattutto se spieghiamo in lingua inglese, la regola per giocare deve essere ripetuta e illustrata con gli esempi. Non chiediamo ai bambini di eseguire un’attività che non hanno compreso, ne risulterebbe il caos e la motivazione per le volte o le attività successive si spegnerebbe. Se necessario, cerchiamo dei video online che ci aiutino a illustrare il gioco proposto in modo chiaro: sul web si trovano molti esempi di giochi noti come Simon Says, Who took the cookie e altri semplici e divertenti da svolgere in classe.
Occhio alle lancette
Progettiamo tenendo in considerazione le tempistiche: ogni attività non dovrebbe durare più di pochi minuti. È importante che il gioco finisca prima che i bambini si annoino (esatto: si smette di giocare quando i bambini vogliono giocare ancora! Può sembrare una cattiveria, ma il nostro scopo è mantenere nel tempo l’energia positiva, senza mai esaurirla).
In generale, meglio non dedicare al gioco troppo tempo nell’ambito di una stessa lezione, perché si rischia di perdere il controllo della classe. Per fare un paragone, il gioco deve essere come il dessert: tutti apprezzano una bella fetta di dolce, ma una torta intera è indigesta.

Ogni inizio richiede un po’ di pazienza
Partiamo dal presupposto che la prima volta sia la più difficile e che il gioco possa risultare lento o farraginoso. Tuttavia, ciò non implica necessariamente che l’attività risulti noiosa. Significa piuttosto che i bambini hanno bisogno di tempo per interiorizzare una regola e concentrarsi sul contenuto. Col tempo saranno in grado di focalizzarsi su altri elementi − quali velocità, punteggio, difficoltà − che rendono le sfide oggettivamente più interessanti.
Keep Calm & Take A Peek
Prima di giocare si deve ripassare: se facciamo un brainstorming con la classe, lasciamo le parole scritte alla lavagna. Il gioco non è un momento di verifica, se i bambini «sbirciano» non deve essere un problema. Lo scopo del gioco è la pratica senza timore di essere giudicati, quindi lasciate a tutti (non solo ai più bravi) l’opportunità di giocare… se necessario, sbirciando!

Do you silly?
Usiamo la strategia silly, ovvero: durante l’esecuzione di un’attività, possiamo trasformare una banale frase in una molto più divertente. In che modo? Scambiando di proposito delle parole tra di loro oppure il loro ordine. Si tratta di un espediente comico elementare, ma nel contesto della scuola primaria è senz’altro plausibile e, soprattutto… funziona! Se saremo noi i primi ad accogliere con un sorriso le versioni silly e strampalate dei nostri bambini, questi si sentiranno parte di un meccanismo di gioco che riconosceranno come intenzionalmente buffo, non solo per se stessi, ma anche per gli altri. Ridere insieme ai propri compagni li esorterà a sperimentare e buttarsi con meno paura di sbagliare. Diverranno complici del meccanismo comico che abbiamo avviato e lo alimenteranno.
Accanto a questa rassegna di DOs, ricordiamo anche qualche DON’Ts.
Giochi, non voti
Per essere sempre percepito come effettivamente ludico, il gioco non dovrebbe essere soggetto a valutazione, altrimenti il bambino non lo accoglierebbe più come uno svago, seppur istruttivo, e il momento sarebbe compromesso dal filtro dell’ansia di svolgerlo in modo corretto.
Se vogliamo utilizzare un gioco per capire se i bambini hanno assimilato la lezione e le nuove nozioni apprese, facciamolo senza che questi se ne accorgano. Possiamo fare le nostre considerazioni personali senza esporle sotto forma di voti o giudizi ai bambini.
Giocare è una cosa seria
Se non abbiamo tutto il materiale necessario e uno spazio adeguato a svolgere un gioco in classe, piuttosto cambiamo attività. Anche se a volte improvvisare porta risultati inaspettati, di norma è preferibile organizzare in anticipo l’attività ludica, calcolare i tempi e, soprattutto, procurarsi l’occorrente prima di iniziare. In questo modo eviteremo intoppi o pause che porterebbero i bambini a distrarsi o annoiarsi e, dunque, a non essere molto propensi a ripetere l’attività in futuro.

Giochiamo con ciò che sappiamo
Non utilizziamo le attività ludiche per esercitare topics non ancora ben assimilati dai bambini; cominciamo sempre da argomenti che conoscono in modo più approfondito e da giochi facili, perché possano sentirsi competenti. Quando la classe avrà una solida motivazione e una forte competenza nella gestione dei propri comportamenti nel gioco, allora potremo alzare l’asticella anche linguistica, ma fino ad allora, procediamo a piccoli passi. Anche imparare a «giocare didatticamente» è una competenza che si costruisce gradualmente. E anche il gioco, se si fallisce, può essere foriero di frustrazioni che rischiano di minare la motivazione.
Spero che questa breve rassegna possa essere utile per portare il gioco finalizzato alla didattica nelle classi.
Se hai dubbi e domande scrivimi a info@londonteach.it