Connected Speech : cos’ è e come insegnarlo ai bambini

Connected Speech : cos’ è e come insegnarlo ai bambini

Credo che, se facessimo un sondaggio tra gli italiani su quale sia la cosa più difficile dell’inglese, la risposta quasi unanime sarebbe: “comprendere la lingua parlata”.

La competenza listening comprehension” è in effetti quella che  nei test  riscontra avere il punteggio spesso basso. 

Spesso, viene riportata anche la difficoltà che,   pur conoscendo le parole, queste non vengono riconosciute nel contesto.

La prima spiegazione a questo problema è che l’inglese è una lingua con una fonetica non trasparente, ovvero le parole non sono pronunciate come vengono scritte: ci sono sillabe silenti (per esempio, le sillabe deboli a fine parola), ci sono grafemi vocalici che hanno diverse pronuncia a seconda della sillaba in cui stanno (aperta o chiusa), ci sono vistosi fenomeni di assimilazione, per cui il suono delle consonanti può diventare sordo o sonoro in armonia con il suono vicino, ecc.

Eppure, il fatto che la pronuncia della singola parola non rispecchi la sua forma grafica secondo regole semplici e lineari (come in italiano), è una spiegazione solo parziale della grande difficoltà che gli italiani accusano quando ascoltano l’inglese.

Questo articolo si basa quindi sulla convinzione, che ho visto confermata in molti anni di esperienza didattica, che il vero e più significativo scoglio sia la prosodia /ritmo della lingua ed il connected speech.

Il ritmo della lingua

Ogni lingua ha un ritmo diverso: l’italiano e l’inglese sono due lingue molto diverse da questo punto di vista. Quando parliamo, esattamente come quando facciamo musica, ci esprimiamo con una stringa di suoni che non è monotona, ma che ha al contrario “alti” e “bassi”, accelerazioni e pause e intonazioni. Questi segnali prosodici sono fondamentali per l’espressione e la comprensione della frase. Di seguito possiamo trovare un video in inglese con una breve spiegazione di che cosa sia la prosody.

Un esempio lampante è nella differenza tra la frase affermativa e interrogativa . In italiano la grande differenza di significato tra “Esci adesso!” e “Esci adesso?” sta solo nell’intonazione, ovvero nell’altezza attribuita ad una delle parole.

Questa differenza tra le lingue è “originaria”: i nativi acquisiscono la prosodia della propria lingua in modo naturale, e la usano per esprimere significato senza neppure esserne consapevoli.

Quando noi parliamo in inglese , abbiamo nella nostra testa la prosodia della nostra lingua madre, e quindi facciamo fatica a “sintonizzarci” sulla prosodia dell’ altra lingua.

    Le sillabe in italiano ed in inglese

    Una delle cause della difficoltà per gli italiani a capire l’inglese sta nel fatto che la pronuncia dell’italiano si basa sulle sillabe, mentre l’inglese no.

    Ovviamente, tutte le lingue hanno le sillabe (la sillaba è definita come “emissione di fiato”, ovvero è quella porzione di suoni che noi emettiamo in un’unica volta), ma la particolarità dell’italiano è la pressoché perfetta corrispondenza tra la sillaba intesa come emissione di fiato e la sillaba intesa come “unità”, “mattoncino” della parola scritta.

    Se noi scriviamo o pronunciamo la parola MU-RO, ad esempio, le due sillabe sono chiarissime, così come la pronuncia dei fonemi che li compongono, anche se noi pronunciassimo  questa parola all’interno di una frase lunga e complessa. La sillaba, in italiano, è una unità ben definita e stabile, sia nello scritto che nel parlato.

    Così non è in inglese. In primo luogo, è molto più difficile stabilire le regole per circoscrivere la sillaba scritta. In generale, la sillaba si organizza attorno al suono vocalico, ma i suoni in inglese possono essere rappresentati anche da più lettere, quindi le singole sillabe possono essere rappresentate anche da lunghe stringhe di grafemi. 

    Quando ascoltiamo o pronunciamo qualcosa in  inglese possiamo seguire  una regola empirica che ci  aiuta a definire la sillaba: basta mettere una mano sotto il mento e contare quante volte la mano scende pronunciando la parola. Ogni volta che la mano scende, abbiamo fatto una emissione di fiato e quindi quella è una sillaba. Ma dal punto di vista scritto, non è molto facile individuare le sillabe, a causa di regole complesse.

    Parole come love, house, moon, strenght  sono monosillabiche, ad esempio.

    Questa grande differenza influisce molto nel modo di parlare degli italiani e degli inglesi. 

    L’Italiano è una lingua “syllable-timed”: ogni sillaba viene pronunciata e grossomodo ha la stessa durata.

    La sillaba è una unità così regolare che  ci aiuta moltissimo a “scansionare la frase”: basti pensare che in italiano la stragrande maggioranza delle parole sono piane, e quindi gli accenti delle parole ci “segnalano” inconsciamente  il confine della parola stessa.

    Al contrario, l’inglese è stress-timed, ovvero è una lingua nella quale le sillabe hanno una lunghezza diversa, e si organizzano secondo un ritmo caratteristico.  

    Seguendo questo ritmo, le sillabe accentate sono belle lunghe e definite, quelle non accentate (dette deboli) hanno una pronuncia meno definita e possono anche essere non pronunciate affatto.Questo ovviamente costituisce una differenza molto marcata e quindi una difficoltà per chi impara, perché deve “entrare” in un sistema completamente diverso.

    Connected speech

    Si dice “connected speech” (parlar legato) quel fenomeno per cui i nativi parlano seguendo un ritmo caratteristico, enfatizzando alcune sillabe (nella parola) e alcune parole (nella frase) a scapito di altre sillabe o parole, che vengono pronunciate meno chiaramente.

    Ne risulta che la parlata degli inglesi è comprensibile pienamente solo a chi è in grado di seguire il ritmo della loro frase.

    Naturalmente il connected speech è un fenomeno complesso, tuttavia possiamo evidenziare  la distinzione tra parole accentate e parole sorvolate, per aiutare i nostri alunni a familiarizzare con questo concetto.

    AIUTO DIDATTICO: comprendere il connected speech (livello A1)

    I madrelingua inglese tendono a sottolineare con l’accento tonico e con una maggiore lunghezza (quantità) delle sillabe ne “contente words”, ovvero quelle che portano significato (di solito sostantivi, numerali, aggettivi, verbi)

    Al  contrario, le parole “di servizio”(preposizioni o altre parole che non portano significato proprio ma che sono necessarie perché la frase funzioni grammaticalmente)  vengono pronunciate velocemente o sorvolate.

    Ciò che possiamo fare è aiutare i bambini a distinguere le content words dalle grammar words.

    Proviamo  a proporre semplici frasi come

    I go to school with my friends.

    I like hamburgers with ketchup or mayo.

    I live in Rome with my family.

    Usiamo il maiuscolo (per le content words) e minuscolo (per le grammar words) per distinguere le due tipologie di parole.

    I GO to SCHOOL with my FRIENDS.

    Proviamo a pronunciare la frase in modo tale che le content words siano più  rilevate delle grammar words.

    Ci accorgeremo che , naturalmente, delle content words, qualcuna diventa più importante in base a cosa vogliamo enfatizzare.

    Per esempio, se diciamo

    I GO to SCHOOL with my FRIENDS

    La parola GO sarà leggermente più lunga se vogliamo porre l’attenzione sul verbo. Naturalmente, le parole che la circondano saranno più brevi e meno definite.

    Se vogliamo invece sottolineare che andiamo con gli amici, la parola piu’ rilevata e quindi piu’ lunga sarà FRIENDS.

    I GO to SCHOOL with my FRIENDS.

    Pochi esempi basteranno a fare capire il meccanismo ai bambini. Successivamente, possiamo far ascoltare tante frasi pronunciate da madrelingua e sfidare i bambini a :

    • Individuare le content words.
    • Stabilire, a seconda di come è pronunciata la frase, quale è il punto espressivo/comunicativo più importante.