Una delle difficoltà dell’inglese è lo spelling, perché le regole di codifica e decodifica della letto-scrittura sono piuttosto complesse. La prima difficoltà riguarda i phonics e la loro pronuncia. La lingua inglese ha quarantaquattro fonemi, di cui ben diciotto sono formati da una combinazione di lettere (come per esempio <er> viene pronunciato con il suono vocalico centrale schwa), oppure con lettere che possono essere lette in due modi (ad esempio il grafema <c> rappresenta sia il suono gutturale di cat che il suono sibilante di city).
Ma le difficoltà dello spelling inglese per noi italofoni non si fermano qui: per esempio ci sono gruppi come “gh” che in inglese si leggono con la fricativa bilabiale /f/ in parole come tough o laugh.
Le sfide oggettive dello spelling inglese sono quindi numerose e, per impararlo, è produttivo e utile memorizzare molte parole o, meglio, svariati pattern comuni.
In questo articolo vedremo delle strategie che possono facilitare questo compito e rendere più efficiente questa operazione. Illustreremo anche attività giocose e divertenti, che come sempre coinvolgono attivamente i bambini e le bambine nell’apprendimento.

Orthographic Mapping: una visione diversa dello spelling
Di solito quando viene insegnato lo spelling si richiede agli studenti e alle studentesse di memorizzare un numero di parole nella loro forma scritta.
Nei paesi anglosassoni, questa attività è svolta sin dagli anni della scuola primaria con lo scopo di insegnare la corretta ortografia delle parole irregolari, molte delle quali si incontrano quotidianamente nei testi. Per esempio, sono parole con spelling irregolare i numeri e i giorni della settimana.
Le parole irregolari, ma con altra frequenza possono essere inserite in un training di memorizzazione a vista. Un sito utile per insegnare le sight words è il seguente: https://sightwords.com/sight-words/lessons/
Tipicamente, in questi training vengono molto usati cartelli o flashcards che recano scritta la parola da memorizzare. Queste parole, trattate come immagini, sono di solito esposte nelle aule oppure sono oggetto di giochi basati sulla memoria visiva (come per esempio il gioco del memory).
Tuttavia, negli ultimi anni le neuroscienze hanno fatto passi da giganti e una delle scoperte più interessanti riguarda proprio la processazione visiva della lettura. La scrittura è un codice, ogni lettera è un simbolo e il suo significato è il suono che produciamo leggendola. Appena i bambini e le bambine imparano questo meccanismo, il loro cervello non processa più le lettere e le parole come immagini, bensì si occupa della loro processazione un’altra area cerebrale, deputata alla decifrazione simbolica.
Questa nuova consapevolezza cambia tutto nella metodologia di memorizzazione delle parole ad alta frequenza: non dovremmo infatti chiedere loro di memorizzarle visivamente (come se fossero disegni), ma il training mnemonico si deve concentrare sui pattern comuni e sulla connessione simbolica tra il grafema ed il fonema.

Di seguito, in modo molto riassuntivo, spieghiamo le tecniche multisensoriali dell’orthographic mapping. Si parte dall’analisi della parola: verificare la corrispondenza grafema-fonema di una parola ortograficamente irregolare vuol dire segmentare la parola e scomporla in unità fonetiche, al fine di rappresentare la pronuncia secondo una simbologia comprensibile e facilmente memorizzabile per gli alunni e le alunne. Prendiamo per esempio la parola with ed ecco come possiamo scomporla: w -i – th
Si tratta di tre suoni fonetici, ognuno dei quali facilmente rappresentabile in una tabella:
w | i | th |
Questa tabella si usa così:
- il bambino o la bambina mentre pronuncia /w/ mette un puntino nella seconda riga sotto la colonna “w”;
- lui/lei mentre pronuncia /i/ mette un puntino nella seconda riga sotto la colonna “i”;
- lui/lei mentre pronuncia /θ/ mette un puntino nella seconda riga sotto la colonna “th”.
Lui/lei, segmentando la parola in unità, riconosce ogni fonema separatamente. Questo perché associa il suono al simbolo grazie alla pronuncia segmentata e, tramite la tabella, ne memorizza la sequenza all’interno della parola. In questo modo sarà in grado di imparare intelligentemente lo spelling e non farà più common mistakes, scrivendo per esempio whit o wit oppure uit.
Come abbiamo già detto precedentemente la strategia dell’orthographic mapping prevede un approccio multisensoriale. Di seguito, sono riportati alcuni esempi di variazione dell’attività con la tabella vista precedentemente, per favorire un approccio cinestetico:
- immaginiamo la tabella come un cartellone, nel quale ci sia abbastanza spazio. Al posto di chiedere al bambino o alla bambina di disegnare un puntino , possiamo creare una sorta di “campanello da premere”, attaccando una pallina di plastilina nella seconda riga della tabella. Lui/lei la premerà mentre pronuncia il fonema. Questa soluzione, oltre ad essere divertente e sensorialmente piacevole per gli alunni e le alunne, ha anche il vantaggio di poter essere usata svariate volte perchè la pallina di plastilina è staccabile!
Per suddividere le parole in suoni fonetici, si possono battere le mani, oppure fare tapping sul braccio. Per esempio, una parola come with prevederà tre tapping sul braccio, uno per /w/ uno per /i/ e uno per /θ/. Partendo dalla mano, si sale fino alla spalla.

Altre idee divertenti per memorizzare lo spelling
Vediamo di seguito altre attività coinvolgenti che possiamo introdurre in classe per fare ricordare ai bambini e alle bambine lo spelling delle parole difficili.
- Parole di schiena: un bambino o una bambina traccia con il dito cinque parole sulla schiena del compagno o della compagna. Nel primo turno, lui/lei accompagnerà la scrittura con la pronuncia, secondo le regole dell’orthographic mapping (quindi scriverà una parola, segmentandola in suoni), poi nel secondo turno non le pronuncerà più, ma si limiterà a “scriverle” in ordine casuale. Chi dà la schiena deve indovinare la parola tracciata.
- Parole luminose: per questo gioco abbiamo bisogno di creare un ambiente scuro. Per farlo possiamo abbassare le tapparelle e tirare le tende oppure possiamo andare direttamente in aula video, se la scuola ne possiede una. Invece di far tracciare ai bambini e alle bambine le parole sulla schiena di un altro membro della classe, possono farlo sul muro, utilizzando una torcia ! L’attività è svolta sempre in copia: nel primo turno, il bambino o la bambina “scrive” con la torcia le cinque parole e le pronuncia contemporaneamente, mentre nel secondo si limita solo a tracciarle e il compagno o la compagna deve leggerle.
- Parole in schiuma (o in farina): facciamo tracciare ai bambini e alle bambine le parole segmentate foneticamente sulla schiuma da barba o sulla farina gialla, posti su un vassoio.
- Dai una faccia alla parola: disegniamo le parole in modo “antropomorfo”. Per esempio, la parola look può essere scritta rappresentando le due o come due occhi: in questo modo sarà facile per la classe ricordare sia lo spelling (doppia o) che il significato. La k della parola knee può essere rappresentata con il segno < come un ginocchio. Con un po’ di fantasia possiamo trovare molti altri esempi di parole che possono essere rappresentate in modo suggestivo grazie ai disegni! Ricordiamoci sempre di rappresentare e segmentare le parole mentre le pronunciamo.
- Spelling sinistro: facciamo fare phonetic mapping, chiedendo ai nostri studenti e alle nostre studentesse di scrivere le lettere con la mano sinistra per i destrimani o con la destra per i mancini. Sarà divertente e anche un po’ faticoso per loro svolgere quest’attività, ma sicuramente lascerà il suo ricordo impresso nella loro memoria!
